Questo pesciolino rosso non ha ancora un nome, ma ha un futuro: diventerà un prezioso aiuto per un bambino molto speciale.
S. ha numerose difficoltà scolastiche e da un po' di settimane sta sperimentando quell’ inevitabile senso di frustrazione legato al metterci il doppio dell'impegno per avvicinarsi a quella che è la media della classe in termini di prestazione.
I genitori, venuti in consulenza, riportano verbalizzazioni e sentimenti di inadeguatezza. S. non si sente all’altezza e il suo senso di autoefficacia sta vacillando.
Ma cos’è il senso di autoefficacia?
Potremmo definirlo come quella riflessione che precede ogni azione, quel pensiero fortemente legato al percepirsi competente, che dentro di noi ci fa sussurrare: “ce la posso fare”. Un’ affermazione legata a tutte quelle prove che abbiamo vissuto e dalle quali siamo usciti vincitori.
Pensiamo a quanto sia importante questo pensiero in un bambino che si approccia ad un nuovo compito o ad una nuova attività: quanto più positiva sarà l’idea di sé nelle difficoltà tanto più potrà spingersi oltre nello sperimentare, nel provare; al contrario più negativo sarà tale pensiero, maggiori saranno le possibilità di inibizione e paralisi, con possibili ricadute sulla sua autostima.
L’intervento: da dove cominciare?
Dove e quando un bambino può avere la percezione dell’essere abile, competente, capace? Ovunque e in qualsiasi momento: a scuola, nel gruppo dei pari, magari durante il gioco o le attività sportivo-ricreative, di sicuro a casa.
Ho proposto ai genitori di S. di lavorare sul suo senso di responsabilità, attraverso l’assegnazione di piccoli compiti tra cui quello di prendersi cura di un pesciolino rosso.
Le istruzioni che ho fornito, spiegano che dovrà dare un nome a questo suo nuovo amico, trovargli un’abitazione consona, dargli da mangiare una volta al giorno e cambiargli parte dell’acqua una volta a settimana. Dovrà aiutarsi con un calendario e aver premura di farci due chiacchiere quotidianamente. I pesciolini rossi, si sa, sanno mantenere i segreti meglio di chiunque altro.
Con questa esperienza spero che S. possa raccogliere sensazioni positive di soddisfazione e gratificazione, cosicché quando gli si presenteranno nuove sfide deciderà di affrontarle pensando a se stesso come un bambino che magari non sarà bravo con i numeri ma che con i pesciolini rossi ci sa proprio fare.
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