Il mio intervento vuole sottolineare l’impatto, il peso, che i compiti evolutivi specifici di ogni età hanno sul modo di reagire ad un evento stressante come potrebbe essere il divorzio dei propri genitori, così da far capire a questi ultimi che questo aspetto non va affatto trascurato.
Due sono le doverose premesse da cui intendo partire: la prima è che non è detto che la separazione dei genitori sia un evento traumatizzante, non esiste infatti una correlazione diretta tra separazione o divorzio e malesseri nei figli, quello che sappiamo è che si innesca un processo di elaborazione del tutto personale in cui ciò che fa subentrare situazioni di difficoltà emotiva nei figli è la conflittualità dei genitori.
Sappiamo inoltre che la separazione dei genitori è un evento profondamente trasformante, c’è il rischio di non riuscire ad affrontare i numerosi cambiamenti che la nuova situazione impone anche nelle più piccole attività quotidiane, soprattutto se la situazione include, come già detto, elevati livelli di conflittualità tra madre e padre.
Pensiamo a tutte quelle piccole routine che caratterizzano la giornata di un figlio, che hanno proprio il compito di rassicurarlo e farlo sentire protetto: fare i compiti con mamma, leggere la storia della buona notte con papà e poi di punto in bianco queste routine cambiano.
I figli reagiscono in modo diverso a questi cambiamenti in base alla loro età e allo scopo evolutivo che devono raggiungere, parleremo quindi di fasce d’età che vanno dai 0-3 anni, 3-5 anni, 6-10 anni e 10-15 anni.
Cerchiamo di capire, ad esempio, cosa accade nella fascia d’età che corrisponde alla preadolescenza e all’adolescenza (10-15 anni). Numerose le sfide per i ragazzi:
· Accettare i cambiamenti del corpo
· Conseguire indipendenza emotiva dai genitori e dagli altri adulti
· Acquisire un ruolo sociale femminile o maschile (identità di genere)
· Avviare relazioni nuove e più mature con coetanei di entrambi i sessi (coppia e gruppo).
· Sviluppare competenze e orientarsi verso una professione.
· Essere socialmente responsabili.
In questa fase i figli possono avere una buona comprensione empatica dei genitori, capita molto spesso però che abbiano dei sentimenti di solidarietà nei confronti di uno dei genitori con cui si crea una forma di deleteria alleanza e di condanna nei confronti dell’altro.
Proprio per la loro maggiore maturità i ragazzi richiedono spiegazioni adeguate alle varie situazioni, non solo è giusto fornirgliele ma è importante coinvolgerli nei processi decisionali che riguardano la loro persona.
In questa fase l’assenza di una famiglia unita può causare emancipazione precoce e ribellione, o, al contrario, far prevalere il desiderio di “rimanere bambini”.
I ragazzi possono svalutare uno o entrambi i genitori o vergognarsi della propria famiglia, potrebbero provare irritazione per la vita sessuale dei genitori: è davvero importante, con figli adolescenti, essere molto attenti nelle nuove relazioni, tatto e gradualità nel comunicare la presenza di nuovi partner sono d’obbligo
In pre-adolescenza e adolescenza i rapporti con gli amici e i propri impegni si fanno prioritari, perciò i figli potrebbero diradare le visite al genitore non convivente; per questo diventa molto importante concordare con il figlio il programma delle visite e degli spostamenti ed avere molta flessibilità.
In sintesi: come abbiamo visto è importante che i genitori sappiano quali sono bisogni che i propri figli sono chiamati a soddisfare per natura nelle diverse fasce di età. poiché questi incidono sul modo di affrontare un evento trasformante come la separazione di un genitore che non necessariamente sarà un disastro preannunciato: voi genitori potete fare le scelte giusto per i vostri figli, perché come dice Anna Oliviero Ferraris, DAI FIGLI NON SI DIVORZIA.
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