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Immagine del redattoreLeonilde Perdonò

Il debate: un nuovo modo di fare lezione

Vi è mai capitato di discutere con un amico che supportava una ”bufala” ma di non essere riusciti a convincerlo del contrario, oppure siete mai stati in disaccordo con un collega o con il vostro titolare senza riuscire a controbattere come avreste voluto?

Io credo proprio di sì, la discussione, il dibattito fanno parte della nostra vita, non solo a lavoro ma anche in famiglia e in generale in società.

E’ indispensabile dunque educare ed educarsi al confronto civile ma critico e si può incominciare a farlo già in aula.

Il Debate è una metodologia che ha radici profonde nel mondo anglosassone, utilizzata prevalentemente nella scuola secondaria di secondo grado ma che sta muovendo i primi passi anche in quella secondaria di primo grado.

Consiste in un dibattito, svolto con tempi e regole prestabilite, nel quale due squadre (di solito composte ciascuna da tre studenti) sostengono e controbattono un topic ossia un argomento assegnato dall'insegnante (o dagli organizzatori se si tratta di una competizione), ponendosi in un campo (PRO) o nell'altro (CONTRO), il tutto davanti ad un pubblico e a dei giudici.


foto presa dal web


Ogni squadra è composta da relatori e ricercatori, è presente un cronometrista che si occupa di far rispettare i tempi.

La giuria non giudica chi ha ragione, bensì chi ha saputo utilizzare meglio le tecniche e le strategie del debate. Un buon debater è prima di tutto una persona che ha capito le regole del gioco e sa applicarle. Vince in genere chi è stato più bravo a documentarsi, a seguire una logica e a esporre un argomento con sicurezza.

Perché questa metodologia funziona?

Sono anni che le neuroscienze ci dicono che la motivazione è alla base dell’apprendimento, ebbene a differenza di un’ interrogazione classica in cui in palio c’è solo un numero, il debate è una vera e propria gara, in cui si compete e si è stimolati a dare il massimo per aiutare la propria squadra a vincere.

Nel debate gli studenti non ascoltano passivamente la lezione ma devono agire in prima persona maneggiando, selezionando, sistemando, elaborando l’informazione e costruendo così un sapere davvero significativo, fatto di concetti e nozioni (legate all’argomento scelto per il dibattito) ma anche a tutta una serie di skills trasversali.


foto presa dal sito Debate Italia


Il debate, infatti, sviluppa la capacità di sostenere un’idea motivandola, di comunicarla efficacemente in pubblico, di documentarsi scrupolosamente su fonti affidabili, di pensare criticamente, di lavorare in gruppo, di rispettare tempi e modalità. Abilità importanti all’esame di maturità ma ancor di più nel proseguo degli studi e della vita lavorativa e personale.

Sempre più scuole in Italia hanno deciso di adottare questa metodologia che vanta riscontri positivi in termini motivazionali in numerose ricerche scientifiche; sempre più docenti lasciano la loro cattedra, simbolo della centralità dell’adulto per cederla al ragazzo/a e farlo/a diventare artefice del suo percorso di crescita.

Prezioso, in questo senso, il lavoro di Debate Italia, che si occupa in collaborazione con il politecnico di Milano di formare i docenti e di organizzare le competizioni.

I docenti che scelgono di investire nell’autoformazione e nella proposta di nuove frontiere didattiche, oltre a dimostrare passione per la loro professione avvalorano la tesi secondo cui il cambiamento che tanto auspichiamo per la scuola non arriverà dall’alto delle istituzioni, ma dal basso, da chi la scuola la fa tutti i giorni.

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